Intervista a Douglas Axe
Douglas Axe è un nome che attira le ire di molti evoluzionisti. E’ assolutamente normale perché il suo lavoro rappresenta un’autentica minaccia alle idee evoluzionistiche, specialmente a livello microbiologico. Questo però non lo fa demordere dal perseguire il suo fine: liberare il mondo della scienza dalla salda presa del Darwinismo.
In funzione di questo scopo D. Axe è a capo di un notevole gruppo di scienziati al Biologic Institute, un’organizzazione no profit che produce evidenze sperimentali per l’Intelligent Design. La sua istituzione è finanziata dal Discovery Institute ed ha iniziato le sue attività nel 2005. Ad oggi il gruppo ha completato molti progetti offrendo prove significative a sostegno dell’Intelligent Design. Principalmente si focalizzano sull’origine e sul ruolo dell’informazione nella vita: l’essenza, i fondamenti e gli schemi programmatici caratteristici dei sistemi complessi.
D. Axe spiega che prima di iniziare con il Biologic Institute ha avuto confronti con un discreto numero di scienziati che nutrono scetticismo verso le idee di Darwin, dai quali sorse l’idea di aderire a questo progetto: ‘Ci sono scienziati altamente qualificati in nazioni di tutto il mondo che sono alla ricerca di un’opportunità per fare scienza al di fuori della camicia di forza del materialismo ideologico… Gli scienziati di cui parlo sono determinati a trovare vie alternative a questa ideologia e a coltivare forti rapporti di collaborazione con colleghi che la pensano allo stesso modo così da trarre il massimo beneficio da queste impostazioni.’
Comunque, spiega Axe, molti sono riluttanti a mettere in pratica quanto appena esposto, a causa del possibile isolamento e di altre conseguenze direttamente legate allo sfidare la visione materialistica del mondo, visione dominante nella scienza di oggi:
‘Il clima sociopolitico all’interno dell’accademia scientifica varia in qualche modo da paese a paese, ma è uniformemente ostile a chi è scettico verso le idee di Darwin, sia in tutti gli Stati Uniti che in Europa. Addirittura gli scienziati di quei paesi che osano esprimersi liberamente sulla possibilità di un ‘progetto intelligente’ si possono aspettare una riprensione. Quelli che si rifiutano di rientrare nei ranghi spesso si ritrovano ad essere evitati dai loro colleghi, cosa che li esclude completamente da tutte le funzioni vitali della vita accademica, incluso l’essere finanziati, pubblicati, assunti o promossi. Quando qualcuno si accorge che questo succede a qualche collega, ci si pensa due volte prima di prendersi un tale rischio’.
Il Biologic Institute è stato fondato per contrastare questi problemi. L’Istituto esiste con l’obbiettivo di far aumentare e rendere più forte la comunità di scienziati che sono nella posizione di rendersi conto che esiste un modo migliore ‘di fare scienza”, dice D. Axe.
Egli è piuttosto determinato quando si tratta di perseguire i suoi obbiettivi, nonostante i continui colpi di coda delle cerchie darwiniste: ‘Il nostro obbiettivo è ambizioso: Non vogliamo solo aprire le menti chiuse, piuttosto vogliamo liberare le menti aperte. Vogliamo sciogliere la stretta che ha tuttora il materialismo ideologico sulle scienze naturali. Vogliamo che persone giovani e brillanti che preferiscono il punto di vista di un ‘progetto intelligente’ siano libere di entrare nella sfera di competenza scientifica e dimostrare quanto quel punto di vista sia produttivo.’
D. Axe spiega che un ‘progetto intelligente’ è evidente in natura e può essere visto da chiunque: “L”Intelligent Design’ sostiene che la vita appare come se sia stata progettata di proposito perché lo è effettivamente stata. Il ‘Progetto Intelligente’ si nota in modo molto ovvio nella vita. E’ onnipresente. Perché i semi del dente di leone possiedono piccoli paracadute fatti di filamenti simili a peli? Perché sono stati fatti per essere dispersi dal vento. Ecco perché.”
Anche se i darwinisti cercano di mantenere intatto il loro reame, D. Axe è determinato ad infrangere le barriere e a sfidare quelle regole ‘non dette’: ‘La spiegazione darwinista per tutte le peculiarità della vita in sintesi è che cause materiali accidentali sono in grado di produrre virtualmente qualunque cosa, mentre la selezione vaglia queste infinite possibilità trovando quelle che danno un beneficio ad ogni singola specie. Nonostante quello che dice la gente, non capisco come questo possa risultare convincente per qualcuno. Come ammise apertamente Francis Crick: ‘I biologi devono tenere costantemente a mente che quello che vedono non è stato progettato, quanto piuttosto si è evoluto’. In altre parole, i darwinisti devono sopprimere energicamente le loro intuizioni sul fatto che la vita possa essere un progetto.’
Nonostante questa regola auto-imposta dei darwinisti secondo la quale deve essere respinta qualunque ipotesi che implichi un progetto in natura, D. Axe aggiunge che un ‘progetto intelligente’ è chiaro anche nell’universo: ‘Un progetto intelligente è anche evidente nella regolazione fine dell’universo, necessaria per consentire la vita. Alcuni aspetti di ciò sono evidenti a chiunque. Vediamo tutti che le condizioni qui sulla terra sono straordinariamente di sostegno alla vita e questo ci dà la netta impressione che la terra è stata fatta per consentire la vita.’
D. Axe spiega che sebbene il darwinismo sia viziato in così tanti dei suoi aspetti, alcuni si sentono in dovere di aggrapparsi ad esso senplicemente allo scopo di proteggere il materialismo ideologico: ‘Il darwinismo è così grandemente contraddetto dall’evidenza scientifica che siamo costretti a cercare qualcosa che vada al di là dell’evidenza per spiegare come abbia potuto persistere come teoria dell’origine biologica a maggiore consenso. Per un sostenitore del materialismo ideologico, l’unica risposta possibile alla domanda “come siamo venuti all’esistenza?” è che siamo il prodotto di processi fisici ciechi. Per quanto la spiegazione della vita di Darwin sia così inadatta per lo meno è compatibile con il materialismo ideologico, che è la cosa principale per i suoi sostenitori.
Axe spiega che molti scienziati si piegano alla pressione dei colleghi, temendo ritorsioni ed isolamento e pur di stare tranquilli scelgono di ignorare le prove convincenti fornite dal concetto di un ‘progetto intelligente’.
Ma quindi la gente comune come sarà in grado di decidere cosa sia giusto e cosa sia sbagliato quando esiste una tale discriminazione e un chiaro favoritismo nel mondo della scienza? D. Axe risponde: ‘Gli scienziati sono esseri umani al 100%, cosa che può portare ad avere il 100% dei possibili difetti dell’uomo come risultato. La cosa migliore che possono fare i non-scienziati è abbandonare l’idea secondo la quale gli scienziati operano ad un altro livello, superiore a quello degli altri esseri umani. Quando si parla di carattere e di fibra morale, tutto ciò che c’è di vero sui politici lo è anche per gli scienziati. Prima la gente ne diverrà consapevole e meglio sarà.
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Douglas Axe è il direttore del Biologic Institute. Attraverso esperimenti e simulazioni hardware le sue ricerche esaminano le costruzioni funzionali e strutturali che mettono alla prova il concetto di evoluzione delle proteine e dei sistemi proteici. Dopo un dottorato di ricerca alla Caltech, ha acquisito una posizione di scienziato ricercatore all’Università di Cambridge, al Cambridge Medical Research Council Centre e al Babraham Institute di Cambridge. I suoi lavori sono stati pubblicati su Nature ed esposti in una serie di libri, riviste ed articoli di giornale, compresi Life’s Solution di Simon Conway Morris, The Edge of Evolution di Michael Behe e Signature in the Cell di Stephen Meyer.
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Dott. Axe, grazie molte della sua disponibilità. Vorrei iniziare dai suoi lavori. Potrebbe dirci qualcosa sui progetti ed obbiettivi della sua organizzazione?
– Certo. Il Biologic Institute è un’organizzazione senza scopo di lucro fondata nel 2005. Prima di questo, i miei rapporti con scienziati scettici sia sul darwinismo che sulla più ampia categoria che abbraccia il materialismo ideologico, mi fecero capire quanto talento ci sia tra quelle persone. Ci sono scienziati altamente qualificati in nazioni di tutto il mondo che sono alla ricerca di un’opportunità per ‘fare scienza’ al di fuori della camicia di forza del materialismo ideologico.
I due ostacoli principali che questi scienziati affrontano sono l’opposizione e l’isolamento. L’establishment scientifico rinforza le propie ortodossie rendendo difficili le cose per quelli che ‘escono fuori dalla righe’. Nonostante questo, gli scienziati di cui parlo sono determinati a trovare vie alternative a questa ideologia dominante e a coltivare forti rapporti di collaborazione con colleghi che la pensano allo stesso modo così da trarre il massimo beneficio da queste impostazioni.
Il Biologic Institute è stato fondato per contrastare questi problemi. L’Istituto esiste con l’obbiettivo di far aumentare e rendere più forte la comunità di scienziati che sono nella posizione di rendersi conto che esiste un modo migliore di ‘fare scienza’.Il nostro obbiettivo è ambizioso: Non vogliamo solo aprire le menti chiuse, piuttosto vogliamo liberare le menti aperte. Vogliamo sciogliere la stretta che ha tuttora il materialismo ideologico sulle scienze naturali. Vogliamo che persone giovani e brillanti che preferiscono il punto di vista di un ‘progetto intelligente’ siano libere di entrare nella sfera di competenza scientifica e dimostrare quanto quel punto di vista possa essere produttivo.
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Potrebbe dirci in termini semplici che cos’è l”Intelligent Design’ e dove possiamo riscontrarlo in natura?
– ‘L'”Intelligent Design” sostiene che la vita appare come se sia stata progettata di proposito per il semplice motivo che lo è effettivamente. Il ‘Progetto Intelligente’ si nota in modo molto ovvio nella vita. E’ onnipresente. Perché i semi del dente di leone possiedono piccoli paracadute fatti di filamenti simili a peli? Perché sono stati fatti per essere dispersi dal vento. Ecco perché.
Ovviamente i darwinisti cercano di rimpiazzare questa interpretazione logica con una spiegazione legata al materialismo ideologico. La spiegazione darwinista per tutte le peculiarità della vita in sintesi è che cause materiali accidentali sono in grado di produrre virtualmente qualunque cosa, mentre la selezione vaglia queste infinite possibilità trovando quelle che danno un beneficio ad ogni singola specie. Nonostante quello che dice la gente, non capisco come questo possa risultare convincente per qualcuno. Come ammise apertamente Francis Crick, “I biologi devono tenere costantemente a mente che quello che vedono non è stato progettato, quanto piuttosto si è evoluto”. In altre parole, i darwinisti devono sopprimere energicamente le loro intuizioni sul fatto che la vita possa essere frutto di un ‘progetto intelligente’.
Un ‘progetto intelligente’ è anche evidente nella regolazione fine dell’universo, necessaria per consentire la vita. Alcuni aspetti di questa asserzione sono evidenti a chiunque. Vediamo tutti che le condizioni qui sulla terra sono straordinariamente favorevoli al sostentamento della vita e questo ci da la netta impressione che la terra è stata fatta per consentire la vita. Questa impressione è corretta, ma trovo più complicato dimostrarla in modo convincente rispetto a dimostrare in modo convincente che la vita stessa è frutto di un ‘progetto intelligente’. Infatti l’argomentazione teleologica della “regolazione fine” richiede qualche comprensione di cosmologia, che la rende meno accessibile.
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Pensa che ci sia una così detta ‘stretta darwinista’ sul mondo scientifico?
Sicuramente. Il darwinismo è così grandemente contraddetto dall’evidenza scientifica che siamo costretti a cercare qualcosa che vada al di là dell’evidenza per spiegare come abbia potuto resistere in qualità di teoria dominante sull’origine biologica. Per un sostenitore del materialismo ideologico, l’unica risposta possibile alla domanda “come siamo venuti all’esistenza?” è che siamo il prodotto di processi fisici ciechi. Per quanto la spiegazione della vita di Darwin sia così inadatta, per lo meno è compatibile con il materialismo ideologico, che è la preoccupazione principale per i suoi sostenitori.
Sul fatto che molti non-materialisti supportano il darwinismo penso che la spiegazione sia legata al fatto che queste persone si sono adattate ad un ambiente che favorisce grandemente i darwinisti (per dirla in termini di ‘selezione naturale’). Il clima sociopolitico all’interno dell’accademia scientifica varia in qualche modo da paese a paese, ma è uniformemente ostile a chi è scettico verso le teorie di Darwin, sia in tutti gli Stati Uniti che in Europa. Addirittura gli scienziati di quei paesi che osano esprimersi liberamente sulla possibilità di un ‘progetto intelligente’ si possono aspettare una riprensione. Quelli che si rifiutano di rientrare ‘nei ranghi’ spesso si ritrovano ad essere evitati dai loro colleghi, cosa che li esclude completamente da tutte le funzioni vitali della vita accademica, incluso l’essere finanziati, pubblicati, assunti o promossi. Quando qualcuno si accorge che questo succede a qualche collega, ci si pensa due volte prima di prendersi un tale rischio.
- Quale pensa sia il motivo che spinge queste persone a schierarsi così nettamente contro qualunque cosa metta in dubbio il darwinismo? La scienza non dovrebbe essere obbiettiva, senza pregiudizi e seguire i fatti in qualunque direzione questi conducano?
Si. In un mondo perfetto la scienza si occuperebbe solo di scoprire la verità, ma questo non è un mondo perfetto. Gli scienziati sono esseri umani al 100%, cosa che può portare ad avere il 100% dei possibili difetti dell’uomo come risultato. La cosa migliore che possono fare i non-scienziati è abbandonare l’idea secondo la quale gli scienziati operino ad un altro livello, superiore a quello degli altri esseri umani. Quando si parla di carattere e di fibra morale, tutto ciò che c’è di vero sui politici lo è anche per gli scienziati. Prima le persone ne saranno consapevoli, meglio sarà.
- Sulla questione origine della vita, è vero che per sintetizzare una proteina servono gli enzimi – che comunque sono anch’essi proteine – ma prima di quello entrambi possono essere sintetizzati solo in base al DNA, che deve essere stato presente anch’esso nello stesso momento? Se si, cosa significa questo esattamente?
Il processo cellulare della produzione delle proteine in effetti richiede numerose proteine, molte delle quali enzimi (proteine che producono reazioni chimiche) e nessun processo naturale al di fuori della vita produce nulla che assomigli e queste proteine
- Può dirci qualcosa sul DNA?
Il DNA è una molecola che possiede la capacità di memorizzare informazione digitale. Questo di per se è già rimarchevole, anche lasciando da parte il contenuto scritto nel DNA dei cromosomi degli organismi viventi.La famosa doppia elica del DNA consiste in due filamenti aventi ordine opposto. Questi filamenti sono costituiti dall’unione di quattro tipi di mattoncini, che rappresentiamo con le lettere A, C, G, e T. La cosa intelligente a proposito del DNA è che A in un filamento forma un legame con T sull’altro e così avviene anche per C e G. Quindi i due filamenti si uniscono a formare un doppio filamento solo se questi hanno sequenze corrispondenti.La bellezza di questa associazione tra i filamenti consiste nel fatto che è sia non-permanente che auto-costituente, qualcosa come la mutua attrazione tra due magneti. Come con i magneti, separando i due filamenti del DNA, questi si riuniranno appena possibile. Questo permette ai macchinari cellulari di separare i filamenti in zone specifiche per “leggere” un filamento, operazione critica per la produzione delle proteine e per la replicazione del DNA. Una volta che la lettura è completa, i filamenti si riassociano automaticamente.
(Traduzione a cura di C. A. Cossano, con la collaborazione di C. Puliti e F. Arduini; editing e pubblicazione D. Ricciardulli).